Sala Calendoli

Sala Calendoli

Via Pietro Maraschin, 19, Schio (VI)

Note storiche

Situata al secondo piano del Teatro Civico di Schio ,l’elegante sala conferenze fu intitolata al critico teatrale Giovanni Calendoli.

Il Teatro Civico di Schio fu concepito in stile eclettico con impianto del teatro all’italiana: sala a ferro di cavallo, platea, palchi e ampio loggione.

Nel 1906 si costituì a Schio una “Cooperativa per il Teatro Nuovo” con lo scopo di dotare la Città di un nuovo teatro che potesse rispondere alle sue crescenti istanze culturali; la presidenza fu affidata al barone Alessandro Rossi, nipote dell’omonimo industriale.
Venne bandito un concorso di progettazione e tra i progetti presentati venne scelto quello dell’architetto vicentino Ferruccio Chemello, mentre la costruzione venne affidata al capomastro Antonio Carretta.

L’edificio presenta nella facciata principale tre grandi arcate che permettono l’accesso all’atrio e poi, mediante scale di marmo di Chiampo, si giunge nella platea un tempo vastissima e occupata tutta da poltrone e scanni.

Il piano della platea era smontabile e sotto vi si trovava una pista per la cavallerizza, ai lati file di palchi e il loggione capace di 700 posti a sedere.

Venne in seguito inaugurato il 9 giugno 1909 con l’opera Mefistofele di Arrigo Boito .

A seguito di restauro conservativo, è stato riaperto al pubblico il 29 marzo 2014.